Astigmatismo

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Si intende astigmatico quell’occhio che di una immagine puntiforme crei sulla retina più punti tanto più numerosi  quanto più grande sarà l’astigmatismo.

Si crea all’interno dell’occhio una doppia conoide (due coni che si toccano per i vertici e le cui basi sono poste una sulla cornea e l’altra sulla retina) che forma un’immagine allungata.

Astigmatismo

La maggior parte degli astigmatismi sono dovuti alla forma torica della cornea ma esiste anche un astigmatismo del cristallino.

Se abbiamo presente un oggetto completamente sferico, ne rileviamo che qualunque meridiano andiamo a sezionare ci darà sempre lo stesso raggio di curvatura, mentre se facciamo pressione sull’oggetto sferico (ad esempio un pallone) lì dove è stata esercitata pressione avremo un raggio di curvatura più piccolo (cioè maggiore convessità) rispetto al meridiano che lo interseca a 90°, che sarà più piatto. Una superficie così fatta si definisce torica o astigmatica.

L’Astigmatismo si compensa con lenti cilindriche positive o negative, posizionate secondo un asse.

Sulla causa dell’astigmatismo esistono due teorie.

Quella che fa risalire ad una forma torica innata della cornea e quella comportamentale. Esponenti della teoria comportamentale sono stati Forrest, Harmon, Bastien, ecc. (Optometristi americani). Forrest nei suoi studi sostiene che l’astigmatismo è indotto da movimenti a scansione degli occhi, non controbilanciati da movimenti contrapposti; per esempio lo studente muove gli occhi per leggere da sinistra verso destra e non esegue movimenti verticali per controbilanciare i primi: questo “eye scan” insieme al blocco del movimento in una postura distorta è importante nella formazione dell’astigmatismo.

Il Prof. Armand Bastien docente presso l‘Università di Montreal (Canada) in una sua pubblicazione, “The Shaping Action of Adaptive Ergonomic Movement”  (L’adattamento all’azione modificante del movimento ergonomico) afferma:

La predominanza di un tipo di scanning oculare è conseguente alle richieste ergonomiche dell’ambiente. Un ripetuto movimento oculare da sinistra verso destra, per esempio, produrrà un cilindro negativo (cioè un astigmatismo miopico) con asse 180° e se, in conseguenza di un blocco posturale del resto del corpo, la testa sarà tenuta inclinata, l’asse del cilindro assumerà una obliquità corrispondente. Mentre un eccesso di scanning dal basso verso l’alto e viceversa, produrrà una toricità con asse 90°. L’autore ritiene che la proposta di distorto arresto posturale (Harmon) e quella del movimento oculomotore direzionale (Forrest) non siano in contraddizione. Le due forze generalmente si combinano e le due proposte sono complementari: esse sostanziano il fatto che molti difetti oculari sono acquisiti e non innati. Harmon considerava l’astigmatismo una distorsione oculare parallela ad una corrispondente distorsione dello scheletro.

Si noti che certe deformazioni scheletali conseguenti a blocco posturale dovuto all’apprendimento, sono facili da vedere.  Nella nostra società scolarizzata molti adulti evidenziano una netta inclinazione della testa riconducibile alle loro abitudini scolari. Secondo Harmon, un astigmatismo è tale tanto nella morfologia oculare che in quella sceletale.

L’autore è stato testimone della straordinaria abilità di Harmon nello scoprire difetti oculari strutturali con la sola osservazione del corpo e della postura. Dopo aver esaminato le distorsioni posturo-scheletali di un soggetto, dichiarava presenza e natura di una condizione ametropica (ipermetropica o miopica); presenza o assenza di una condizione astigmatica e, con notevole grado di precisione, l’asse del cilindro. Rilevava inoltre assenza o presenza di anisometropia. Tutti noi presenti eravamo stupefatti. Sia Harmon che Forrest hanno indicato un fattore determinante dell’astigmatismo acquisito: l’uno per blocco del movimento, l’altro per movimenti spaziali direzionali incanalati. Entrambi sono corretti nel loro rispettivo campo di osservazione.

 

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